Veduta del Tempio di Serapide a Pozzuoli



L’acquerello ha per soggetto principale l’antico Macellum romano, uno dei monumenti flegrei più celebrati tra la fine del Settecento e tutto l’Ottocento, per l’interesse che esso ha suscitato fin dalla sua riscoperta (1750-1755), non solo nell’ambito della nascente scienza archeologica, ma anche nel campo degli studi di geologia, che applicati all’analisi dei litodomi presenti alla base delle famose tre colonne ancora superstiti, contribuirono allo sviluppo delle prime teorie sul fenomeno del bradisismo.
Il punto di vista scelto dal Carelli (dal lato nord-occidentale del complesso) non è ovviamente inedito rispetto al panorama iconografico coevo, tuttavia la suggestiva scelta – determinata da ovvie motivazioni di carattere cromatico e figurativo – di cogliere il monumento in una fase di allagamento, tipica di quel periodo, caratterizzato da un bradisismo discendente, rimanda alle analoghe rappresentazioni di Abraham Louis Ducros (Losanna, Musée Cantonal des Beaux Arts) e soprattutto alla litografia di Francesco Wenzel tratta da un disegno di Achille Vianelli e pubblicata in Napoli e i luoghi celebri delle sue vicinanze (1845).
Sullo sfondo della rappresentazione, immersa in una vegetazione rigogliosa, è raffigurata la sola Torre Toledo, in una condizione di isolamento rispetto all’intero complesso vicereale, poco rispondente alle reali condizioni topografiche del momento.

Città Pozzuoli
Autore Carelli, Consalvo (1818 - 1900)
Soggetto NULL
Ambito Cronologico seconda metà sec. XIX
Collocazione Napoli, Museo Nazionale di S. Martino, inv. 13985 (fondo Di Giacomo).
Tipologia veduta
Tecnica disegno
Editore
Luogo Edizione
Scala
Iscrizioni
Dimensione 34 x 48
Supporto carta
Nazione Italia
Rif.CD 127pz
Bibliografia C. de Seta - A. Buccaro (a cura di), Iconografia delle città in Campania, Napoli e i centri della provincia, Electa Napoli 2006, p. 215.