Tempio di Serapide a Pozzuoli



Recentemente riscoperte dalla critica, le opere del Lusieri costituiscono una testimonianza di grande interesse non solo come restituzione, quasi fotografica, di una delle emergenze archeologiche flegree più note al mondo, ma anche come testimonianza diretta di alcuni scorci del paesaggio urbano di Pozzuoli alla fine del Settecento.
Il complesso dell’antico Macellum romano, ancora oggi noto come ‘Serapeo’ – riscoperto negli anni 1750-1755, creduto in origine un Tempio (di «Giove Serapide») e spesso identificato con un complesso termale – fu oggetto di particolare attenzione non solo da parte di ‘architetti-antiquari’ e di cultori del mondo classico, ma anche da parte di geologi e naturalisti, per la singolare presenza di alcune tracce di natura organica (litodomi) sulla parte basamentale delle tre grandi colonne di cipollino, il cui studio diede impulso, nel corso del primo Ottocento, alle prime ricerche sul bradisismo, fenomeno allora assolutamente sconosciuto.
Cosicché, a partire dagli anni settanta del Settecento, in seguito anche alla pubblicazione dei primi rilievi architettonici nell’opera del Paoli (Avanzi dell’antichità esistenti a Pozzuoli, Baja e Cuma, ed altri luoghi convicini, Firenze 1768) e della prima monografia sul monumento ad opera dell’abate piemontese Ottaviano Guasco (Dell’edificio di Pozzuolo volgarmente detto il tempio di Serapide, Roma, G. Settari, 1773) – il Serapeo divenne una delle antichità più celebrate dai vedutisti e dai viaggiatori del Grand Tour.
Il Lusieri, attivo a Napoli dal 1782 al 1799, scelse questo soggetto in ben quattro vedute prospettiche, realizzate ad acquerello su matita, probabilmente intorno al 1788, come si può dedurre dall’unica veduta (tra le quattro) datata e firmata dall’autore (63,5×97,5) e recentemente pubblicata (Spirito, 2003).
Nella prima delle due rappresentazioni il punto di vista prescelto dall’artista è dal lato nord-orientale del complesso archeologico, in corrispondenza di uno dei quattro bracci perimetrali, presumibilmente dall’interno di una delle varie ‘tabernae’ che si aprivano sul cortile interno. Sulla sinistra sono raffigurate le tre colonne del porticato antistanti la cella absidata e, al centro, la piattaforma circolare del ‘monòpteron’, mentre sullo sfondo è ben visibile la torre del palazzo vicereale fatto costruire da Pedro de Toledo tra il 1539 e il 1541, ma, nel corso della prima metà del Settecento, utilizzato come deposito dei grani della città.
Immediatamente alla destra del palazzo Toledo è raffigurata un’altra torre, verosimilmente corrispondente alla torre cinquecentesca della famiglia Morales, esistente in corrispondenza dell’attuale Largo del Rosso. Sulla sinistra, alle spalle delle tre colonne del Serapeo, non è ben delineato il muro di confine che separava gli scavi a ‘cielo aperto’ dai giardini Toledo, posti a un livello di quota superiore, e che in questo caso – forse per scelte di carattere cromatico e compositivo – si confonde facilmente con un terrapieno caratterizzato da un forte pendio degradante verso la parte postica della Torre Toledo.
Muro di confine che invece appare chiaramente nella seconda veduta del Lusieri, presa dall’angolo sud-occidentale del Serapeo. Quasi un controcampo rispetto alla precedente rappresentazione, questa veduta mostra altrettanto chiaramente lo stato di avanzamento degli scavi dell’antico Macellum e in particolare le condizioni del braccio nord-orientale – con le due pubbliche ‘latrine’ angolari e la grande cella absidata – che appare ancora del tutto ricoperto dalla vegetazione.
Sullo sfondo, alla sinistra del campo figurato, lungo il tratto di strada sterrata caratterizzata dal grande sistema di contrafforti ad arcate, si notano il convento di San Francesco, con i grandi giardini retrostanti e, immediatamente dopo, i ruderi dell’antico complesso termale di Nettuno.

Città Pozzuoli
Autore Lusieri, Giovan Battista (1750ca-1821)
Soggetto NULL
Ambito Cronologico 1782-1799
Collocazione Londra, già Sotheby's
Tipologia veduta
Tecnica acquerello
Editore nessuno
Luogo Edizione
Scala nessuna indicazione
Iscrizioni nessuna
Dimensione 62,3 x 96,8
Supporto carta
Nazione Italia
Rif.CD 018pz
Bibliografia Di Mauro-Spinosa 1989; Muzii 1990b; de Seta 1992a; Spirito 2003.