La questione della difesa della zona costiera in funzione anticorsara, che si era affrontata con una serie di interventi sul territorio – piazzeforti e torri armate dall’artiglieria – già dalla metà del XVI secolo, venne riesaminata dai Borbone in conseguenza del perdurare delle incursioni barbaresche e in seguito alle umilianti vicende della guerra di successione austriaca degli anni quaranta; le coste, in primo luogo quelle del golfo di Napoli, furono dotate di nuovi fortini e batterie e si potenziarono una serie di piazzeforti marittime. Nel programma di interventi si intervenne anche con misure di ammodernamento delle strutture esistenti: nel 1776 il governo promulgò un dispaccio ai Presidi provinciali affinché accertassero lo stato di conservazione delle torri marittime, inviando una serie di tecnici ad indagare lo stato di conservazione delle principali piazzeforti. Al generalizzato pessimo stato delle strutture si reagì con un’intensa attività di restauro e riorganizzazione degli elementi preposti alla difesa, in buona parte a spese delle Università locali; al nuovo corpo degli Artiglieri Litorali fu affidato di presidiare le strutture rimesse in sesto.
Nel corso della seconda metà del Settecento furono dunque esaminate attentamente le coste, valutando le necessità difensive e lo stato dei luoghi; molti i furono i progetti di ristrutturazione con la costruzione di nuove batterie, spesso a completamento di strutture esistenti, destinate alla protezione dei centri abitati e degli approdi. La pianta si deve considerare uno schizzo di studio della zona a tale scopo, come si evince dall’indicazione della «batteria proposta»; il disegno raffigura in maniera efficace, sia pur sinteticamente, i caratteri principali del territorio circostante la città, considerando anzitutto il golfo e la zona costiera ma anche la zona più interna, della quale si indica l’andamento altimetrico. Così come nella analoga, anche se più raffinata, raffigurazione dedicata a Castellabate e alla Licosa, anche in questo caso della città, indicata in modo molto sintetico, non si percepisce la struttura urbana ma è possibile notare le relazioni tra essa e i caratteri dell’ambiente circostante, in particolare il golfo con l’andamento della linea di costa, le torri e i corsi d’acqua. La carta riporta anche la batteria già esistente lungo il litorale a nord della città, alla protezione della quale era dedicata la nuova proposta, sinteticamente indicata; una serie di note e una breve legenda in quattro voci sono scritte nel verso opposto all’orientamento generale della rappresentazione.
[Maria Iaccarino]
Città | Sapri |
Autore | ignoto |
Soggetto | Planimetria dei dintorni di Sapri |
Ambito Cronologico | fine XVIII secolo |
Collocazione | Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, Manoscritti e Rari, Ba 25a(71 |
Tipologia | pianta |
Tecnica | disegno |
Editore | |
Luogo Edizione | |
Scala | |
Iscrizioni | Il titolo è in alto al centro; una breve legenda, capovolta, è posta alla sua sinistra ed altre indicazioni sono poste in corrispondenza di elementi ritenuti di interesse particolare. |
Dimensione | 27,5x28 |
Supporto | carta |
Nazione | Italia |
Rif.CD | 1Sapribs |
Bibliografia | M. Iaccarino, scheda, in "Iconografia delle città in Campania. Le provincie di Avellino, Benevento, Caserta, Salerno", a cura di C. de Seta e A. Buccaro, Napoli 2007, pp. 331-332. |