Dechiaratione della Pr(esen)te Pianta del Vallo di Diano

Una serie di immagini è dedicata alla rappresentazione generale del Vallo di Diano e costituisce un documento di notevole valore per la conoscenza dello stato dei luoghi al principio del Settecento, in particolare in seguito ai già numerosi tentativi di bonifica della zona. La rappresentazione qui riprodotta, definita da Cristoforo Chor, ingegnere dei Regi Lagni, testimonia l’attenzione dimostrata, durante il dominio austriaco, verso il problema degli allagamenti e degli impaludamenti della zona: il disegno deve essere considerato il frutto di un’attenta indagine dello stato dei luoghi, arricchito da una serie di ipotesi di intervento circa i problemi idrografici dell’area. La veduta a volo d’uccello, incisa su rame e stampata su pergamena, viene definita dai rilievi collinari situati a monte della città di Sala Consilina, ponendo così il nord geografico nell’angolo in basso a destra; in effetti la rappresentazione presenta differenti tagli prospettici e libertà compositive, deformando la reale configurazione dei luoghi a causa dello schiacciamento sul piano e della contrazione in lunghezza della vallata. Lo scopo del lavoro è quello di definire una rappresentazione in grado di sintetizzare la conformazione morfologica della piana e degli insediamenti urbani posti sui circostanti rilievi, sottolineando i particolari caratteri idrogeologici dell’area e i rapporti tra la complessa articolazione dell’ambiente naturale e l’edificato, la cui presenza nel piano si riduce a costruzioni di servizio e mulini. La veduta raffigura una molteplicità di centri urbani: oltre a Sala Consilina, in primo piano, si riconoscono tra le altre nella parte bassa dell’immagine Padula con la Certosa e Atena Lucana; dal lato opposto della valle, da sinistra, Teggiano, San Rufo, Sant’Arsenio e sulla destra Polla; più sul fondo Sassano, San Giacomo, San Pietro; sul lato sinistro Casalbuono e Montesano. Nonostante le ridotte dimensioni e una tendenza a falsare il significato dei diversi centri abitati attraverso differenti scale di rappresentazione, i centri sono rappresentati in prospettiva in modo piuttosto realistico, evidenziando la morfologia dell’insediamento rispetto al territorio e le architetture principali.
Al centro dell’immagine si evidenzia la situazione idrografica della valle attraverso un’attenta rappresentazione del corso del Tanagro: il fiume, che appare spezzettato in numerosi corsi d’acqua, denota la sua mancanza di un letto stabile, situazione peraltro resa più complessa dalla presenza dei numerosi torrenti provenienti dalle valli laterali secondarie. Appare chiaro in questa rappresentazione il fallimento delle iniziative di bonifica dell’area ordinate al vicerè marchese di Los Velez Fernando Fajardo dal sovrano spagnolo nel 1676: l’ingegnere della Giunta dei Regi Lagni Sebastiano Indelicato dispose di suddividere le acque del fiume in due rami, correnti uno nel territorio di Diano e uno in quello di Sala, fino alla riunificazione in località Forcina; qui il fiume, detto Nero, correva in un solo letto fino a Polla e poi, al di là della stretta, fino al Sele. La soluzione adottata, come testimoniano peraltro una serie di testimonianze degli anni successivi, non fu efficace a causa di una realizzazione incompleta del lagno, al quale non fu data adeguata profondità, e alla mancata definizione dei controlagni, necessari durante il periodo invernale. Tra il 1698 e il 1703 furono condotti una serie di interventi di espurgo del Tanagro e di ampliamento del fossato del Maltempo nei pressi di Polla, problema chiave per un adeguato deflusso delle acque dalla valle; la particolare prospettiva della veduta non a caso evidenzia proprio questa città, non tanto per la sua effettiva importanza nell’economia generale dell’area, quanto proprio per la sua delicata posizione che, più che nel caso degli altri centri, la esponeva ai danni degli allagamenti. La comprensione della complessità della questione dell’incanalamento delle acque del Tanagro, in particolare nel tratto centrale, appare evidente nella rappresentazione nel disegno di alcuni segmenti rettilinei indicati nella rappresentazione a fianco dei due rami principali del fiume nel centro della valle; tali assi vengono indicati, nella legenda in 37 voci posta all’interno di un cartiglio in basso al centro, come «Lagno antico», «Lagno fatto che deve continuarsi alle Panelle» e «Altro lagno fatto dalle Panelle per sotto il ponte di Silla».
Altre due immagini propongono una rappresentazione molto simile a questa, in particolare la seconda che si può considerare un ridisegno leggermente contratto di qualche anno più tardi; la terza invece, datata dall’Archivio di Stato 1743 circa, può essere considerata un aggiornamento dello stato dei luoghi, forse relativo ad una fase di studio antecedente all’indagine sullo stato dei luoghi condotta nel 1754 dai tre tecnici della Giunta Scoppa, Vetromile e Pollio.