L’incisione rappresenta uno dei luoghi maggiormente amati dai vedutisti sette-ottocenteschi: la cosiddetta via dei Sepolcri. Diversamente da molte altre vedute coeve raffiguranti il primo tratto della strada, quello prospiciente la porta Ercolano, Piranesi nei suoi ‘visionari’ disegni adotta un punto di vista piuttosto alto, includendo così nell’immagine il Mausoleo della famiglia degli Istacidi, posto alle spalle delle tombe di Aulo Veio, M. Porcio e della sacerdotessa Mamia. L’opera fa parte delle settantadue stampe contenute nell’opera pubblicata in folio in due tomi a Parigi da Francesco Piranesi. Nel primo tomo altre due vedute sono dedicate alla rappresentazione dell’area prospiciente porta Ercolano: Veduta degli edifizi della Città di Pompei presa dall’ingresso (tav5) e Veduta dell’interno della città di Pompei coi portici laterali (tav. 6). Nel primo caso il punto di vista adottato è prossimo alla porta Ercolano, pertanto, a differenza della veduta oggetto di studio (tav. 4), vengono ripresi entrambi i lati del primo tratto della strada che conduceva verso Ercolano e Napoli; nel secondo caso (tav.6) la veduta, adottando come punto di vista l’ultimo tratto della via Consolare, mostra in primo piano l’articolazione della struttura di porta Ercolano, lasciando intravedere anche una parte della via dei Sepolcri con le tombe di Veio e Mamia. Le incisioni furono realizzate da Francesco Piranesi secondo i disegni abbozzati dal padre in occasione di un viaggio a Paestum, Ercolano e Pompei tra il 1770 e il ‘71; Giovan Battista e Francesco Piranesi possono quindi considerarsi i precursori nel campo delle illustrazioni degli scavi di Ercolano e Pompei. [Petrana Miltenov]