
La veduta – insieme con un altro disegno molto simile, probabilmente un primo studio (inv. 19093) – rappresenta in primo piano le famose tre colonne dell’antico Macellum di Pozzuoli, meglio noto come «Tempio di Serapide». Il punto di vista prescelto dall’autore corrisponde ad una delle tabernae poste sul lato settentrionale del complesso, in linea con il filare di colonne del porticato prospiciente il catino absidale, secondo uno schema compositivo già adottato da altri artisti in passato, come ad esempio nell’analoga veduta settecentesca del Lusieri. Rispetto a quest’ultima, tuttavia, il punto di stazione è più arretrato e consente di riprendere anche l’ambiente interno della taberna. Sullo sfondo, si intravede la torre ancora oggi esistente del palazzo vicereale costruito da Pedro de Toledo dopo l’eruzione del Monte Nuovo.
Come per molti disegni su Pompei firmati dallo stesso Gigante, il soggetto specifico di quest’acquerello – cui, peraltro, va associato anche un altro disegno del 1822 (inv. 19068), caratterizzato da un primo piano delle tre colonne, molto simile nell’impostazione ad un altro analogo acquerello del Lusieri, recentemente riscoperto (Spirito, 2003) – non solo conferma la particolare sensibilità dell’artista verso il tema dell’antico, ma è forse la testimonianza dell’importanza che a quel tempo stava assumendo il complesso puteolano in ambito europeo, soprattutto nel campo degli studi di geologia ed in particolare per le prime teorie sul fenomeno del bradisismo.
| Città | Pozzuoli |
| Autore | Gigante, Giacinto (1806-1876) |
| Soggetto | NULL |
| Ambito Cronologico | 1830-50 |
| Collocazione | Napoli, Museo di San Martino, inv. 23210 (fondo Ferrara Dentice). |
| Tipologia | veduta |
| Tecnica | acquerello |
| Editore | |
| Luogo Edizione | |
| Scala | |
| Iscrizioni | in calce a dx: 'Pozzuoli 18 9mbre” |
| Dimensione | 18.7 x 28.8 |
| Supporto | carta |
| Nazione | Italia |
| Rif.CD | 109pz |
| Bibliografia | C. de Seta - A. Buccaro (a cura di), Iconografia della città in campania, Napoli e i centri della provincia, Electa Napoli 2006, pp. 212-213. |