Sorrento preso dal mare



Questa veduta è singolare perché l’autore, abile e prolifico disegnatore di tanti luoghi del Regno di Napoli, riprende la città dal mare. È presumibile ipotizzare che egli esegua o certamente imposti il disegno (poi rifinito in atelier, inserendo in primo piano una battuta di pesca) in tempo reale stazionando su qualche imbarcazione alla fonda al largo del golfo. Il punto di vista è inedito e offre una rappresentazione della città dal basso, come sarà più volte proposta in tantissime istantanee di Sommer, Brogi e altri illustri fotografi tra fine Ottocento e inizi Novecento. L’inquadratura e la tecnica adottata, nonché l’esecuzione con tratto di penna molto sottile, restituiscono un’immagine solo accennata della città affacciata sull’alto costone e della quale si riesce a malapena a leggere sfuocato il profilo del fronte a mare: in particolare si individuano, ma non senza fatica per gli occhi, i campanili del Carmine, del Duomo e dell’Annunziata. Con una evidente concessione al gusto del pittoresco e del sublime, in un tentativo di conciliare l’opera della natura con quella dell’uomo, l’autore disegna le architetture quasi come se emergessero direttamente dal banco tufaceo. È questa una possibile ipotesi di lettura, ma se si guarda un’altra opera sorrentina di Antonio Senape, ovvero l’immancabile Casa del Tasso, allora essa non sembra tanto destituita di fondamento.
In basso a destra, oltre il bordo, è il titolo della veduta.
[Rossano Astarita]

Città Sorrento
Autore Senape, Antonio (1788-1850 ca.)
Soggetto Sorrento. Veduta
Ambito Cronologico 1830 ca.
Collocazione Napoli, collezione privata
Tipologia veduta
Tecnica disegno
Editore
Luogo Edizione
Scala
Iscrizioni
Dimensione 15,6 x 24,3
Supporto carta
Nazione Italia
Rif.CD 13Senape
Bibliografia L. Fino, 'Da Castellammare a Massa. Vedute e costumi della costiera sorrentina. Disegni, acquerelli e stampe dal XVI al XIX secolo”, Napoli 1994; R. Astarita, scheda, in 'Iconografia delle città in Campania. Napoli e i centri della provincia”, a cura di C. de Seta e A. Buccaro, Napoli 2006, p. 336.